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Chiesa di Santa CaterinaVilnius(Lituania)
3 novembre 2022, ore 19

musiche di Salvatore Sciarrino

 

Esplorazione del bianco II (1986, LT première)

Adagio di Mozart (2010, LT première)

Omaggio a Burri (1995, LT première)

Anamorfosi (1981, LT première)

Gesualdo senza parole (2013, LT première)

Paesaggi con macerie (2022, prima esecuzione mondiale, commissionato da Icarus vs Muzak con il sostegno della Fondazione Siemens)

    • Vento e polvere
    • Frantumi
    • Cancellazione

 

 

Marco Angius, direttore

Icarus vs Muzak:

Giovanni Mareggini, flauto
Orfeo Manfredi, oboe
Alberto Delasa, clarinetto
Yoko Morimyo, violino
Vittorio Benaglia, viola
Luca Colardo, violoncello
Hugo Soto Mendoza, contrabbasso
Giorgio Genta, chitarra
Diego Petrella, pianoforte
Francesco Pedrazzini, percussioni

«Non tutti gli artisti manifestano ideali sociali e politici. È un fatto in sé contraddittorio, poiché essi sono impegnati a migliorare la società. Coltivare un linguaggio estetico proprio, infatti, non significa semplicemente un solitario inseguire il bello (che sarebbe comunque relativo): la funzione culturale di chi crea è quella di educare i propri simili a godere i frutti del pensiero umano, dolci o aspri che siano. I grandi della nostra storia fanno da modello nell’impervia ricerca di una nuova prospettiva, nella costruzione di uno stile personale e nel purificarlo senza sosta. Talvolta questa maturazione avviene nell’arco di una vita incredibilmente breve, cito come capita: Masaccio (27 anni), Pergolesi (26), Raffaello (37), Mozart (34), Schubert (31), Schiele (28). Beethoven non ebbe paura di esporsi (né di sbagliare) quando, spinto da un ideale eroico di fratellanza e libertà, scrisse una dedica a Napoleone, e successivamente la tolse. E noi? Le posizioni di compromesso son comode per tirare avanti, specie a chi, pur applicandosi seriamente alla propria arte, rischia un’esistenza non immune da stenti: miseri! Evitiamo persino di discutere con i nostri amici, mentre sta andando a fuoco la casa di fronte. L’universo è periodico. Ci si allontana dall’era delle riforme sociali. Pare tramontare all’orizzonte l’illuminismo. Riaffiorano velenose tendenze razziste strappate a religioni arcaiche e si perde il bisogno di fratellanza che certo è il migliore fra egli ideali, soprattutto in vista di una civiltà globale. Situazione disperata: le perdute identità nazionali dovrebbero germogliare ancora, plasmate dalla coscienza della fratellanza internazionale; su tutto ciò siamo irreparabilmente in ritardo, o stiamo sognando. Restiamo travolti da una disastrosa confusione fra moda tecnologica e scienza, fra burocrazia e governo, fra superstizione e religione. Mi sono chiesto come rispecchiare il mio disagio degli ultimi mesi, dato che la casa dei vicini continua a bruciare e sembra rinata con forza l’unità di un popolo. Non ho mai ignorato la natura sanguinaria che si nasconde fra le masse, che muove l’egoismo dei potenti; oggi però tacere diverrebbe ingiusto e intollerabile per me. In preda all’inquietudine sono dunque nati Paesaggi con macerie. La pittura antica amava mostrare rovine nelle campagne: erano elementi scenografici, testimoni vani di un illustre passato, inseriti in contesti pastorali di estrema povertà. Le mie “macerie”; provengono da alcune Mazurke di Chopin, un rivoluzionario malinconico. Egli era, si sa, polacco ma visse a Parigi, fu precoce campione della fratellanza europea. Le mazurke sono piene di inflessioni etniche forse risognate, inaudite per i loro tempi: musica afferrata da un’immaginazione ricca e inesauribile. Non so se, infine, io sia riuscito a mantenere l’ammirazione per questo musicista patriota e, insieme, a evocare la fragilità in agguato che sbriciola ciò che i nostri padri ci hanno consegnato. Vorrei contrastare, senza polemiche, l’indifferenza che ci opprime e porta molti di noi ad approvare la violenza.»

Salvatore Sciarrino