The Essential Rhythm of Shifting Visions

Spazio IcarusViale IV novembre 9Reggio Emilia
30 ottobre 2018, ore 16.30(evento riservato agli ospiti della Collezione Maramotti)

György Ligeti
Poème symphonique, per 100 metronomi

Arvo Pärt
Fratres, per violino e pianoforte

Guo Wenjing
Drama XI op. 23, per tre percussionisti

George Crumb
An Idyll for the Misbegotten, per flauto amplificato e percussioni

Steve Reich
Clapping Music, per due performers

 

 

Icarus Ensemble
Paolo Ghidoni, violino
Giovanni Mareggini, flauto
Marco Pedrazzini, pianoforte

Icarus vs Muzak
Gabriele Genta, percussioni
Franceco Pedrazzini, percussioni
Matteo Rovatti, percussioni

The Essential Rhythm of Shifting Visions

Un sentiero musicale che dall’alea oggettiva, controllata solo dalle leggi di natura, percorre il lungo cammino verso l’uomo ripartendo dal suo spirito. Un cerchio che segna il confronto inevitabile tra l’uomo erculeo, che sconfiggendo il leone dichiara la propria superiorità – e perciò la propria estraneità – al mondo naturale, e l’homo sapiens invece imprescindibilmente parte integrante di quel mondo.

Il percorso si apre con un vasto gruppo di piccoli pendoli, la cui oscillazione è oggetto unicamente dell’arbitrio naturale. Il tintinnabuli trascolora poi il minimalismo ‘delle sfere’ di Ligeti nel minimalismo sacro pärtiano, spirando il soffio dell’umano spirito negli spazi tra quelle cento lancette. Un teatro ancestrale di percussioni e voce guida quindi l’uditorio verso il confronto finale della specie umana con il proprio destino, che in Crumb assume il volto di un idillio come ritorno all’abbraccio con la natura:

Mankind has become ever more ‘illegitimate’ in the natural world of the plants and animals. The ancient sense of brotherhood with all life-forms (so poignantly expressed in the poetry of St. Francis of Assisi) has gradually and relentlessly eroded and consequently we find ourselves monarchs of a dying world. We share the fervent hope that humankind will embrace anew nature’s ‘moral imperative’.

George Crumb

Infine l’identificazione timbrica e concettuale dell’uomo con quella macchina di sua invenzione, il metronomo, appositamente concepito per segnare il manifestarsi di una idea di sua invenzione, il tempo. Reich sfrutta artificialmente lo stesso principio naturale di spostamento di fase che permette alle cento lancette di slittare e ricomporsi quasi come per volere divino. Ricercato e studiato ritorno alla natura e insieme sintesi tra l’uomo della tecnica e l’homo sapiens.

Con il sostegno di
Regione Emilia Romagna